XVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

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La Liturgia cristiana annuncia la salvezza mediante l’immagine di un banchetto e ci conduce così al centro del significato dell’Eucaristia. Gesù sazia una folla nella sua fame di cibo terreno, ma rivela in tal modo all’umanità che egli è il «pane vero, disceso dal cielo»: la partecipazione al dono che Gesù fa di sé impegna tutti i credenti in lui ad essere solidali nei confronti di tutte le povertà diffuse nel mondo. Non di solo pane vive l’uomo (cfr. Dt 8,3): la missione della Chiesa è soprattutto quella di farsi carico di tutta la fame di vita vera dell’umanità, nei suoi molteplici aspetti.

Il mangiare è una funzione così essenziale nella vita umana che quasi tutte le religioni ne fanno un simbolo e l’accompagnano con un rito liturgico. Il cristianesimo propone la salvezza sotto forma di un banchetto, che è simbolo ed anticipazione  del banchetto eterno.

I tempi predetti dai profeti come i tempi del Messia, sono caratterizzati da questo fatto di immediata intuizione: «Abbondanza per i poveri». «I poveri mangeranno e saranno saziati», dice il salmista (Sal 21,27). E Isaia, in una visione profetica, vede tutti i popoli radunati per un grande banchetto: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati» (Is 25,6). In grado di apprezzare una visione di questo genere sono soprattutto i poveri, quelli che non mangiano mai a sazietà. L’idea dell’abbondanza e della sazietà viene sottolineata espressamente sia nel Vangelo («riempirono 12 canestri  con i pezzi… avanzati») sia nella Prima Lettura che, anche letterariamente e stilisticamente, è parallela al Vangelo («così dice il Signore: ne mangeranno e ne avanzerà anche»). Con l’avvento di Gesù il tema messianico dell’abbondanza attinge il suo compimento. La montagna in cui Gesù si trova è un simbolo; i profeti alludono sempre a questo “monte santo”, a questa realtà sopra eminente che sta sopra la pianura faticosa della storia e nella quale avranno adempimento le attese umane. Nel Vangelo il miracolo della moltiplicazione dei pani si riveste di un trasparente significato eucaristico, come realtà che si annunciano e si completano a vicenda e preludono alla comunione senza veli con il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Il vocabolario adoperato sia da Giovanni che dai Sinottici è tipicamente eucaristico. Troviamo, infatti, gli stessi verbi che sono usati per l’istituzione della Eucaristia: prese il pane, e dopo aver reso grazie, lo distribuì… La lettura eucaristica manifesta la comprensione teologica da parte della Comunità primitiva, in un sovrapporsi di piani sviluppati più ampiamente da Giovanni. L’Eucaristia viene così vista nel suo senso più genuino di abbondanza di vita e, quindi, capace di dare la vita eterna nell’ambito del banchetto messianico. Ad una folla che si presenta con la sua fame corporea Gesù si rivela come colui che può saziare soprattutto una fame più profonda, colui che può dare risposta alla ricerca del senso dell’esistenza. Attraverso il simbolo del pane moltiplicato e distribuito la Liturgia ci porta così al centro del significato dell’Eucaristia: l’accogliere il dono che Gesù fa di sé permette di avere pienezza di vita e allo stesso tempo impegna alla solidarietà nei confronti di tutte le povertà diffuse nel mondo.

Oggi si potrebbe valorizzare la processione dei doni, accompagnando la presentazione del pane e del vino con una particolare iniziativa di carità.

– Il Signore ha nutrito il suo popolo (G. Liberto)

– Cristo è presente (Cristo ieri oggi sempre)

– Alla santa Eucaristia (Eucaristia. Cuore della Domenica)

– Dove la carità è vera (Cristo è nostra Pasqua)

– O Signore, raccogli i tuoi figli (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Dov’è carità e amore (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Hai dato un cibo (Nella casa del Padre)

– Un solo pane, un solo corpo (Alla Cena del Signore)

– Pane di vita nuova (Pane di vita nuova)

– Gustate e vedete (Pane di vita nuova)

– Salga a te Signore (EDC)

– Pane per noi spezzato (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– La tua Chiesa (Celebriamo Cristo – Cristo è risorto)

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Tempo di preghiera

La preghiera è un cammino che ci porta verso Dio. E' un percorso impegnativo che, a volte, sembra essere superiore alle nostre forze e capacità. Ma con il Suo aiuto possiamo cercare di intraprendere questo viaggio con il sostegno della Chiesa, coi suoi Sacramenti e con i nostri fratelli. Buona preghiera.

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