Troverà la fede?
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Da quel che si sente e si legge oggi nello scenario della Chiesa cattolica, sorge spontanea la domanda: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8)
Si, questa domanda sorge spontanea perché a ben guardare di fede in giro se ne vede e sente poca. Non vogliamo giudicare nessuno, perché guai, oggi, a parlare di giudizi, a voler giudicare un azione, o un fatto per non dire una persona, sembra che il giudizio sia ormai roba da inquisitori. Ma non giudicare non vuol dire “sospendere il giudizio”. Non significa astenersi dall’applicare e vivere un codice di condotta morale. Il cristiano non deve sostituirsi a Dio nel sondare il cuore umano, il cuore del singolo individuo. Ma il cristiano deve avere chiara la legge di Dio. E dunque deve non “giudicare” il peccatore, ma “denunciare” il peccato. E sebbene la misericordia di Dio sia un profondo mistero di amore, è anche vero che Cristo ci ha avvertiti in merito al fuoco della Geenna, alle macine da legarsi al collo quando si scandalizzano i piccoli, alle tenebre, al pianto e allo stridore di denti … Non si può prendere una metà del Vangelo e occultarne o sminuirne un altra.
Oggi vige l’idea che ognuno possa alzarsi la mattina e decretare il proprio credo, costruirsi la propria Chiesa con la sua personalissima fede.
Si arriva ormai pure a prevaricare ciò che verrà deciso dalle alte sfere in campo di fede, di magistero, di catechesi, ecc.
Tante sono le opinioni che si sentono in giro, e si leggono sui giornali e nei vari siti che popolano il web. I pensieri che circolano tra cattolici, Vescovi, Cardinali, preti, teologi e laici impegnati sulla questione della famiglia, della comunione ai divorziati, sulle unioni omosessuali, su aborto, contraccezione e tanto altro. Diverse sono le posizioni che ognuno sta prendendo e tutto questo non fa altro che generare confusione.
Sono molte le anime che smarrite si domandano: “L’unica Roccia sulla quale possiamo appoggiarci è Cristo, e lo sappiamo, ma quì sulla terra, da chi è rappresentato? E se, come lo è, è rappresentato dal Papa, cosa vuole dirmi adesso? Perchè mi ha detto fin’ora delle cose ‘solide’, e adesso sembrano essere diventate ‘liquide’?”
Ora mai tutto si basa su opinioni personali e non più sulla sola Verità. Ma la Chiesa è fatta di opinioni? Si basa su opinioni fossero queste di Vescovi, prelati, teologi di fama mondiale, semplici laici? Sembrerebbe essere proprio così, a sentire le varie campane.
C’è chi afferma che la Chiesa deve aggiornarsi ai tempi nuovi, che è troppo ancorata alle “cose antiche”. I tempi sono cambiati ed è necessario adeguare la Parola al mondo odierno, agli uomini di oggi che sono diversi da quelli di ieri. S. Paolo però esorta: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. (Rm 12,2)”
Altri invece, gridano che la Parola non può essere cambiata a proprio piacere solo per fare contenti un po’ tutti gettando alle ortiche il Magistero che nei secoli ha illuminato il cammino di tanti rendendo sempre più chiara la Buona Novella. “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. (Mt 5, 17-20)”
Guardandosi attorno la situazione non è delle migliori, ormai sono in molti, tra gli uomini di chiesa, che hanno attuato la modernizzazione della Chiesa, stravolgendone il Magistero. Si dà già per scontato che il Sinodo della famiglia porterà questo vento di cambiamento che in fondo è già nell’aria dai tempi del Concilio Vaticano II. Scriveva, a tal proposito, Benedetto XVI nella Lettera ai cattolici di Irlanda del 19 marzo 2010 dove ricorda che negli anni ‘60 fu «determinante (…) la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo. Il programma di rinnovamento del Concilio Vaticano fu a volte frainteso» e vi fu «una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, ad evitare approcci penali nei confronti di situazioni canoniche irregolari». «È in questo contesto generale» di «indebolimento della fede» e di «perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti (…)”
Ed ecco che tante pecorelle si sentono smarrite da tutto questo fermento che vorrebbe cancellare, in nome di una falsa misericordia, ciò che da sempre è considerato peccato.
Verissimo che si condanna il peccato ma non il peccatore, e questo nessuno può negarlo, ma è necessario far riconoscere la peccatore il suo peccato perché lo possa combattere e sconfiggere. Non è nascondendogli il peccato che lo si guarisce, se non ne prende coscienza sarà un cane che si morde la coda.
“Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell`intimo m`insegni la sapienza. Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. ( Sal 50, 3-9)”
Ed ecco che le porte delle Chiese si aprono a tutti, come se fossero mai state chiuse. Chi mai ha detto che il peccatore non possa entrare in Chiesa? Tutti sono bene accetti, tutti, ma proprio tutti. L’unica cosa che viene richiesta è la completa adesione a Cristo, o almeno a provarci con cuore sincero, ed a voler combattere il peccato. Ma ecco che anche il peccato sembra essere sparito, annullato da quella falsa misericordia che pur di non dispiacere il peccatore, lo benda per non ferirlo e così facendo gli nasconde la colpa che continuerà a lacerarlo e a produrre pus e veleno portando l’anima alla morte spirituale. Se quindi pure gli si concede l’accesso ai tanti agognati sacramenti, questi produrranno non salvezza ma condanna.
C’è quella bellissima sequenza del Corpus Domini, regalataci da San Tommaso D’Aquino ispirato dagli angeli, che recita:
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!
Come si può andare dietro a chi vuole edulcorare anche la fede. Che vuole rendere facile ciò che non lo è …
Parlano di famiglie, di amore, di vita …
L’amore è eterno solo se si cammina con Cristo, solo se si abbandona in Lui il proprio egoismo di coppia e si cerca di camminare a braccetto con Lui affidandogli ogni pena e dolore. Le prove sono tante, ma l’amore sarà protetto da Lui. Ma ecco che è più facile scegliere la via facile, sciogliere il vincolo, vuoi per un motivo o per un altro, ma sarà sempre un motivo non valido “l’uomo non separi ciò che Dio ha unito (Mt 19, 6)”. Come trovare un cavillo davanti a Dio? Non ci riuscì nemmeno Giobbe che, con Lui, lottò a lungo ma alla fine dovette arrendersi e chinare il capo.
Ora anche se qualcuno dovesse trovare un cavillo e rendere facile e sereno per tutti separare ciò che Dio ha unito, gliene dovrà rendere conto.
Se, concedere l’accesso ai sacramenti anche a chi è in situazione di peccato mortale gli salvasse l’anima, ben venga pure la concessione, ma è necessario che il peccatore venga aiutato a comprendere il suo stato ed ad intraprendere un cammino di conversione, di cambiamento. Deve essere aiutato ad uscire da quella situazione per rinascere a vita nuova. E’ troppo semplice dire che la misericordia di Dio tutto perdona. E’ vero: ma solo in parte. Dio vuole che il nostro cuore di pietra divenga un cuore di carne, un cuore libero dal peccato e rivolto a Lui. Ecco che allora si è perdonati! Se non riconosco il mio peccato, se non riconosco la mia colpa, come posso chiedere di essere perdonato?
Ma oggi sembra che il peccato sia scomparso dalla faccia della terra e che tutti abbiamo il diritto di accedere a cuor leggero ai sacramenti ed abusarne come meglio crediamo: di questo ognuno di noi ne renderà conto!
L’amore giustifica ogni cosa, l’amore rende puro ogni cosa … e allora se due uomini o due donne si amano non c’è nulla di male … se un uomo ama un bambino non c’è nulla di male … se c’è l’amore tutto è lecito!
Ma cos’è l’amore? Non è certo il soddisfacimento sensuale di ogni desidero anche il più recondito. L’amore è volere il bene dell’altro, e se siamo cristiani il bene dell’altro è aiutarlo ad entrare nell’amore di Dio, aiutarlo a conoscere Dio ed il Suo Amore che è un amore vero che vuole il bene per la sua creatura.
Ed invece ecco che si pensa a come distruggere la famiglia, la vita ancora nel grembo autorizzando l’omicidio in nome di una libertà di scelta.
Si fanno leggi che stabiliscono che è lecito uccidere un feto solo perché non lo si vuole, perché non è il momento giusto per averlo, o perché è difettoso. Addirittura si è arrivati a legiferare che anche dopo la nascita, se un bambino non è sano, lo si possa “abortire”.
Si legifera perché vengano tutelati e protetti gli omosessuali, come se non fossero uomini e donne per i quali non valgano le leggi attuali che danno diritti uguali a tutti gli esseri umani in quanto tali. No, si vuole andare oltre, e si grida all’omofobo se si dissente da voler riconoscere che tali unioni non sono “normali” davanti a Dio e agli uomini. “Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. ( Cor 1 6,10)” e continua “Tutto mi è lecito!”. Ma non tutto giova. “Tutto mi è lecito!”. Ma io non mi lascerò dominare da nulla. (Cor 1 6,12)”
E la Chiesa in tutto questo getta legna sul fuoco invece che acqua. Si, anche la Chiesa e i cristiani che la compongono, in nome sempre di quell’amore che tutto scusa, di quella falsa misericordia che prende il nome di buonismo, per non dispiacere nessuno se non Dio, sembra accondiscendere, sembra abdicare pure il suo ruolo di Madre.
Ed il caos regna tra le anime, tra le pecorelle dell’ovile. Sono tanti i “cattolici” che si dicono contenti dell’apertura di mentalità, dell’aria moderna che finalmente sta penetrando nelle stantie sagrestie. Ma molti sono pure quelli che si sentono smarriti, disorientati …
Papa Francesco ha sulle spalle una grande responsabilità, e di questo né è sicuramente consapevole, perché ne sente tutto il carico sulle sue spalle. Dovrà dire una volta per tutte la strada sulla quale il popolo di Dio deve indirizzarsi e non potrà essere certamente la via più facile quella da prendere. Seguire Cristo, camminare sul sentiero che Lui per primo ha calpestato, comporta una presa di coscienza di se stessi, riconoscersi peccatori e voler lottare per liberarsene. Significa pure comprendere che il Sacramenti sono doni di Cristo e non si possono pretendere come un diritto da far valere davanti agli uomini.
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