Trasfigurazione del Signore – Anno A

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LETTURE: Dn 7,9-10.13-14; Sal 96; 2 Pt 1,16-19; Mt 17,1-9

Indicazioni Liturgiche

La Trasfigurazione è un mistero da approfondire, un dono d’amore di Gesù, una predilezione perché, gli apostoli e noi, non ci smarriamo di fronte alla sofferenza e alla morte. Attraverso la Trasfigurazione, la luce della Pasqua di Gesù rifulge sul nostro cammino. È illuminazione della mèta di gloria che è al termine della nostra esperienza terrestre. È accettazione della «sofferenza del Vangelo» per la trasfigurazione di tutte le cose.

I tre discepoli sono testimoni privilegiati di un evento chiamato trasfigurazione. Esso designa Gesù che si presenta diverso, trans-figurato, cioè al di là (trans) dell’aspetto (figura) abituale. Abituati ad incontrare un uomo, ora sperimentano la dimensione ultraumana di Gesù. Per esprimerla, l’evangelista si rifugia nelle immagini: il volto di Gesù diventa splendente come il sole e le sue vesti candide come la luce. La luce, simbolo della presenza divina, investe sia il volto sia le vesti, cioè tutta la realtà di Gesù, dentro e fuori. Il colore bianco simboleggia, come sempre nella Bibbia, l’appartenenza al mondo divino. Il testo lascia intendere che ai tre è concesso di assistere a una manifestazione divina. Sul monte è già paradiso, sul monte è già eternità. Ma il privilegio accordato ai tre discepoli non va considerato a sé stante come un’isola felice, come gratificazione da consumarsi al momento e magari in uno stato di ebbra spensieratezza, bensì come un tonico per riprendere il cammino. Sul monte si è saliti non tanto per restarci, irresponsabilmente separati dalla pianura dove gli uomini combattono la loro battaglia per l’esistenza quotidiana, ma, al contrario, si è saliti per capire in profondità il senso della vita e ridiscendere a riprendere il duro cammino. Ovviamente, meglio corazzati e con una granitica certezza: «Ascoltate Gesù» è la nuova parola d’ordine, l’imperativo da tradurre nella vita. E’ un ascolto che si fa docile sequela di Cristo, sulle strade impervie della passione, per accedere alla gloria della risurrezione.

L’Aula liturgica sia rivestita a festa; si faccia la processione con l’incenso, la croce, i ceri e l’Evangeliario per sottolineare la centralità della Parola. Si accenda il Cero pasquale. Nella processione d’ingresso si porti un icona della Trasfigurazione o semplicemente del volto di glorioso Cristo, che verrà posta vicino al luogo della proclamazione delle Scritture, l’ambone, che oggi in modo speciale sarà addobbato come il “giardino della Pasqua”, dove trovano compimento tutte le promesse di Dio rivelate in Cristo. L’icona sarà venerata ed incensata all’inizio della Liturgia.

NOTA:
Quando questa festa ricorre di domenica, si proclamano le tre letture qui indicate;
se la festa ricorre in settimana, si sceglie come prima lettura una delle due che precedono il Vangelo; il Salmo responsoriale è sempre lo stesso.

PROPOSTA CANTI

Introito

– O Fonte della Luce (O Fonte della Luce)

– I cieli narrano (Benedici il Signore)

– Tu che sei bellezza (Nel canto di te)

– Tu, festa della luce (Nella Casa del Padre)

Presentazione dei doni

– Luce di Dio (Signore nostra Pasqua)

– Mostraci il volto di Dio (Tempo di grazia)

Comunione

– La trasfigurazione (Non di solo pane)

– Luce gentile (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Sei tu, Signore, il pane (Nella Casa del Padre)

Finale

– Nei cieli sei splendor

– Signore, tu sei la luce

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Tempo di preghiera

La preghiera è un cammino che ci porta verso Dio. E' un percorso impegnativo che, a volte, sembra essere superiore alle nostre forze e capacità. Ma con il Suo aiuto possiamo cercare di intraprendere questo viaggio con il sostegno della Chiesa, coi suoi Sacramenti e con i nostri fratelli. Buona preghiera.

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