IV Domenica di Avvento – Anno B

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LETTURE: 2 Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38

Indicazioni Liturgiche

Siamo ormai a pochi giorni dal Natale: la festa è imminente. E la celebrazione di questa Domenica avviene in un clima particolare. Sicuramente il presepe è già stato allestito. La pericope evangelica di oggi è molto nota e c’è quindi il rischio di considerarla scontata, di ascoltarla quasi distrattamente. Quale tono dare dunque alla Liturgia? Quali proposte fare all’assemblea? Prepararsi al Nata­le significa favorire un atteggiamento di silenzio e di ascolto di fronte al mistero dell’Incarnazione, ma anche compiere dei ge­sti che aiutano a situarsi già nel clima di una festa cristiana.

L’attesa della Liturgia di Avvento passa ad essere annuncio della Natività del Signore già dall’antifona d’ingresso: «Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore» (Is 45,8). Propostoci secondo la traduzione latina di san Girolamo, questo breve testo del profeta Isaia si presenta con una sfumatura diversa rispetto all’originale masoretico in quanto, introducendo dei termini concreti al posto di quelli astratti dell’ebraico (“Giusto” invece di “giustizia”, “Salvatore” invece di”salvezza”), ne fa emergere di più la portata messianica. È un’invocazione al “cielo” e alla “terra” perché producano… il prodigio della venuta del “Giusto” in mezzo a noi. Egli, infatti, sarà Figlio della terra e del cielo nello stesso tempo.

In questa ultima Domenica di Avvento potrebbe risultare vantaggioso creare una specie di contrasto tra l’attivismo esteriore che si può cogliere fuori dal tempio e l’intensa spiritualità che si respira all’interno. Si valorizzino i momenti di silenzio all’atto penitenziale, dopo l’omelia e dopo la comunione; si curi la sobrietà della celebrazione quasi per ricomporre il tutto attorno ad un’attesa interiore, evangelica, di dimensione non consumistica, ma salvifica.

Si suggerisca all’assemblea il segno che la Comunità parrocchiale intende offrire ai “poveri” in occasione del Natale del Signore. In queste feste sforziamoci di non sprecare inutilmente denaro, insultando i poveri e la loro miseria! Cerchiamo di trovare il tempo per gli altri, per un gesto, una parola, una visita a coloro che, proprio in questi giorni di festa, avvertiranno più forte la sofferenza e la solitudine.

Laddove è stata preparata la corona di Avvento, oggi sarà acceso il quarto e ultimo cero, nelle stessa modalità delle tre Domeniche precedenti.

PROPOSTA CANTI

Introito

– Stillate cieli dall’alto (Stillate cieli dall’alto)

– Rallegrati, o Vergine Maria (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Rorate caeli (gregoriano – Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Cieli, irrorate la vostra rugiada (Rep. Naz. Canti Liturgici)

Presentazione dei doni

– Accogli nel tuo grembo (Stillate cieli dall’alto)

– Accogli nel tuo grembo (Donna gloriosa)

Comunione

– Maria, porta dell’Avvento (Madre del Signore)

– Maria, nuova Eva (Recalcati – Bianchi)

– Innalzate nei cieli (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Ave Maria (Verbum panis)

Finale

– Vergine del silenzio (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Quanta luce sul mondo (Domeniche di Avvento/A)


Note sulla Corona d’Avvento

«La disposizione di quattro ceri su una corona di rami sempreverdi, in uso soprattutto nei paesi germanici e nell’America del Nord, è divenuta simbolo dell’Avvento nelle case dei cristiani» (Direttorio, n. 98).
La corona circolare è il segno dell’attesa del ritorno di Cristo; i rami verdi richiamano la speranza e la vita che non finisce.

Il progressivo accendersi delle quattro candele, dedicate a quattro figure tipiche dell’attesa messianica (i profeti, Betlemme, i pastori, gli angeli), «domenica dopo domenica, fino alla solennità del Natale, è memoria delle varie tappe della storia della salvezza prima di Cristo e simbolo della luce profetica che via via illuminava la notte dell’attesa fino al sorgere del Sole di giustizia (cfr. Ml 3,20; Lc 1,78)» (Direttorio, n. 98). È opportuno che in chiesa la corona di Avvento sia visibile ai fedeli. Potrebbe essere collocata in presbiterio, anche davanti all’altare o all’ambone, non deve però oscurare i poli dell’aula liturgica e disturbare la celebrazione.

Canto per l’accensione
della corona di Avvento

Una persona debitamente preparata,
mentre si esegue l’antifona seguente,
si porta presso la corona di Avvento
e accende il primo cero.

Si accende una luce all’uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù.
Annuncia il profeta la novità:
il re Messia ci salverà!

Lieti cantate: gloria al Signor!
Nascerà il Redentor!

Si accende una luce all’uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù.
Il coro celeste «Pace – dirà –
a voi di buona volontà».

Lieti cantate: gloria al Signor!
Nascerà il Redentor!

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Tempo di preghiera

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