I Domenica di Quaresima – Anno A

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LETTURE: Gn 2, 7-9; 3, 1-7; Sal 50; Rm 5, 12-19; Mt 4, 1-11

Indicazioni Liturgiche

Questa Prima Domenica del “ciclo battesimale” (Anno “A”) celebra lo scontro vittorioso di Cristo sul maligno e il suo fedele “sì” alla volontà del Padre. Gesù che nel battesimo al Giordano è stato manifestato dal Padre come “Figlio dilettissimo” (cfr. Mt 3,17); subito dopo viene condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato. Celebrando Gesù tentato, la Chiesa indica ai fedeli tutta la speranza che rischiara la vita umana: Gesù, figlio di Dio, è solidale in tutto con noi ed ha vinto il maligno per noi.

La Prima Domenica di Quaresima, come già detto, è ambientata in uno scenario particolare: il deserto. E’ lì che Gesù viene condotto proprio dallo Spirito, per esservi tentato. È lì che subisce gli assalti di colui che vuole separarlo, dividerlo dal Padre. Ed è lì che risulta vittorioso, grazie ad una fiducia indefettibile, ancorata alla Parola di Dio. Non è dal deserto, tuttavia, che parte la Liturgia della Parola odierna, ma dal suo contrario: un giardino, quel giardino in cui Dio ha collocato i primi uomini e da cui verranno allontanati perché, invece di riconoscere la generosità e la premura di Dio verso le sue creature, hanno ceduto al sospetto e hanno visto in lui più un concorrente di cui sbarazzarsi che un Amico di cui fidarsi. Il tema del deserto evoca immediatamente la prova. Per superarla bisogna inevitabilmente rinunciare ai deliri di immortalità, di onniscienza e di onnipotenza, fidandosi “ciecamente” di Dio, del Suo Amore.

L’elemento metodologico del cammino quaresimale è offerto dal deserto, luogo dei quaranta giorni capaci di recuperare l’autenticità di Israele che da massa diventa popolo e la verità sulla nostra persona. Il prefazio di questa Domenica recupera tutta la ricchezza della Parola di Dio inserendola dentro un percorso che dalla rinuncia sfocia nell’impegno della fedeltà al progetto di Dio: «Con il digiuno di quaranta giorni egli consacrò l’istituzione del tempo quaresimale, tempo di conversione e di salvezza». E’ questo il tempo nel quale siamo invitati a ritrovare noi stessi riconfrontandoci con Gesù Cristo che ci rivela chi siamo e chi dobbiamo essere; come siamo e come dobbiamo essere. L’identità della persona non è data dalla realtà, ma dalla sua vocazione.

Per tutto il tempo di Quaresima l’Aula liturgica sia completamente spoglia (sia evidente in questa “Domenica delle tentazioni” il richiamo al deserto); si usino l’incenso e l’Evangeliario (sottolineare la centralità della Parola! L’Evangeliario racchiude in sé i contenuti pasquali della fede), si sostituisca opportunamente l’Atto penitenziale con il Rito domenicale dell’aspersione con l’acqua benedetta; la Professione di Fede si faccia secondo la formula battesimale.

È bene che ritroviamo una certa concreta differenziazione anche esteriore dei diversi “tempi” dell’Anno liturgico, non solo nel colore dei paramenti. Così, per esempio, in tutto il tempo di Quaresima l’altare rimanga spoglio, senza fiori (secondo l’indicazione del “Cæremoniale episcoporum”, ripresa nella lettera circolare “Paschalis sollemnitatis” della Congregazione per il Culto divino).

Si dia particolare spazio al silenzio nella Liturgia.

Si abbia la massima “cura della Parola” e se ne sottolinei la grande centralità che ne assume in questo tempo: nella buona proclamazione delle letture bibliche, nel modo di pronunziare le formule di preghiera, nel contenuto, nel tono e nella forma della predicazione. Coloro che proclamano la Parola siano preparati con particolare cura… è impensabile, ancora, scegliere i lettori qualche minuto prima dell’inizio della Celebrazione.

Nel nome della Quaresima ogni anno si dicono, si propongono, si fanno tante cose… Va tutto bene, purché non si dimentichi che la Quaresima (con tutte le iniziative ad essa connesse) ha senso unicamente in rapporto alla Pasqua, e questa, a sua volta, non si esaurisce nella Domenica di Risurrezione, ma si estende alla Pasqua settimanale, la Domenica! Al centro di tutto c’è la Veglia pasquale, a cui bisogna cominciare a pensare e a richiamare l’attenzione dei fedeli fin dall’inizio della Quaresima.

Particolare cura si avrà nello stabilire e rendere noti gli orari per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione; ad esso, infatti, è necessario dare tempo e i sacerdoti saranno generosi nella loro carità pastorale, dando disponibilità e, con l’aiuto di collaboratori, formando i fedeli a celebrarlo bene. A questo scopo sono utili anche le Celebrazioni comunitarie della Penitenza; ma la cura del singolo è insostituibile! Il Sacramento vissuto scaturisce dall’ascolto, da un buon confronto con la Parola di Dio come indica il rito stesso. Nella situazione che viviamo è, tuttavia, necessario aiutare tutti a formarsi una coscienza che sia vera, oggettiva, superando l’individualismo che è misura soggettiva anche del proprio peccato e non ce ne fa vedere la radice da estirpare che sta dentro di noi. Il problema è compiere la volontà di Dio, essere discepoli di Gesù e, quindi, non sono le nostre emozioni esclusivamente che possono guidarci a fare la verità e venire alla luce. Se anche il peccato ci opprime, Dio è più forte del nostro peccato, il suo amore è forte su di noi, insegna il salmo 116.

E’ bene rammentare le tre grandi “opere”, segno della conversione, alle quali siamo invitati durante la Quaresima: preghiera, elemosina (= misericordia, carità) e digiuno (= sobrietà, disciplina, privarsi di qualcosa per proclamare il primato di Dio su tutto e dare qualche cosa ai fratelli nel bisogno). L’appello alla preghiera può dare l’occasione, dove ancora non si fa, di introdurre la Preghiera delle Ore, almeno Lodi e Vespri nella forma comunitaria. Il cristiano ha, infatti, i suoi “manuali” fondamentali su cui formarsi: la Bibbia, il Messale e il Lezionario, il Libro delle Ore con la preghiera dei Salmi distribuita lungo il tempo… ed invece stiamo sempre a cimentarci nell’inventare, ricercare inutili “novità” che permettono sfoggio alle nostre persone ma non edificano i cristiani nel senso più vero!!! Questi “libri” sono fonte di spiritualità cristiana, cioè di spiritualità cristologica, ecclesiale-comunitaria, oggettiva, robusta, biblica, gioiosa e liberante che conduce a pensare ed operare come Gesù.

PROPOSTA CANTI

Introito

– M’invocherà e io lo esaudirò (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Dono di grazia (A. Ortolano)

– Un tempo di grazia (Domeniche di Quaresima/B)

– E’ tempo di grazia (Tempo di grazia)

Aspersione

– Io vi aspergerò (Domeniche di Quaresima/B)

– Con acqua pura (Parla Signore)

Presentazione dei doni

– Fame e sete di Cristo (Nella luce del Risorto)

– Ascolta, Creatore pietoso (O Croce nostra speranza)

– Il deserto era arso e infuocato (Salmi e cantici spirituali)

Comunione

– Non di solo pane (Non di solo pane)

– Nel deserto camminiamo (Domeniche di Quaresima/C)

– Tu che abiti al riparo dell’altissimo (Tu sei il Cristo)

Finale

– Non mi abbandonare (Nella casa del Padre)

– Attende, Domine (Rep. Naz. Canti Liturgici)

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Tempo di preghiera

La preghiera è un cammino che ci porta verso Dio. E' un percorso impegnativo che, a volte, sembra essere superiore alle nostre forze e capacità. Ma con il Suo aiuto possiamo cercare di intraprendere questo viaggio con il sostegno della Chiesa, coi suoi Sacramenti e con i nostri fratelli. Buona preghiera.

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