Santissimo Corpo e Sangue di Gesù – Anno A
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LETTURE: Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1 Cor 10,16-17; Gv 6,51-58
Indicazioni Liturgiche
La celebrazione della solennità del Corpo e Sangue di Cristo è per noi motivo di riflessione, di lode e ringraziamento e di profonda adorazione e contemplazione. È tornare con il cuore e la mente alle radici del nostro essere Chiesa, del nostro vivere e del nostro morire. È tuffarci in modo tutto particolare nelle sorgenti della salvezza. Ad ogni Celebrazione Eucaristica è il Signore che viene a noi e ci raduna come popolo perché, “in festosa assemblea celebriamo il sacramento pasquale del suo Corpo e del suo Sangue”.
La solennità odierna trova le sue radici nella venerazione dell’Eucaristia tipica dei secc. XII e successivi. Stabilita dopo le visioni mistiche di Giuliana di Liegi dal suo confessore divenuto papa Urbano IV (Bolla Transiturus del 1264), la festa si svilupperà dopo la pubblicazione delle Decretali (1317) e, soprattutto, per il suo legame con la processione, elemento popolare che vi si inserirà verso la fine del sec. XIII. Il Corpus Domini (non è più questo il modo migliore per definire questa solennità) è una festa che si è sviluppata dalla pietà eucaristica specificamente medievale. Fin quando sussisteva questo contesto storico di teologia e di pietà, e nei luoghi in cui vivesse ancora, questa festa rimane una espressione sentita. La solennità del Corpo e del Sangue del Signore, come meglio è oggi titolata, potrà essere ancora espressione liturgica della fede di un popolo? Sì, se non la si imbavaglierà in elitarie e nostalgiche teologie eucaristiche; se farà emergere il valore sacrificale e pasquale della donazione del Crocifisso-Risorto; se evidenzierà la dimensione di condivisione e di comunione con il Cristo e tra noi; se ritualizzerà la nostra condizione di popolo pellegrino nel tempo, nutrito dal banchetto pasquale e incamminato verso la festa senza fine, le nozze dell’Agnello, senza macchia, che si offrì al Padre lode perfetta, sacrificio a lui gradito (Prefazio dell’Eucaristia II).
La processione nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo è, per così dire, la “forma tipo” delle processioni eucaristiche. Essa, infatti, prolunga la celebrazione dell’Eucaristia: subito dopo la Messa, l’Ostia, che in essa è stata consacrata, viene portata fuori dall’aula ecclesiale perché il popolo cristiano renda pubblica testimonianza di fede e di venerazione verso il Santissimo Sacramento.
La processione eucaristica si conclude ordinariamente con la benedizione con il Santissimo Sacramento. Nel caso specifico della processione del Corpus Domini, la benedizione costituisce la conclusione solenne dell’intera celebrazione: al posto della consueta benedizione sacerdotale viene impartita la benedizione con il Santissimo Sacramento. È importante che i fedeli comprendano che la benedizione con il Santissimo Sacramento non è un forma di pietà eucaristica a sé stante, ma è il momento conclusivo di un incontro cultuale sufficientemente prolungato. Perciò è vietata l’esposizione fatta unicamente per impartire la benedizione.
Si faccia la processione con la croce, i ceri, l’incenso, il Libro dei Vangeli. Non si trascuri di eseguire nel canto la Sequenza… forse sarebbe meglio in latino, seguendo la melodia gregoriana.
L’omelia si prepari con grande cura… come e più di sempre, tenendo in considerazione i testi biblici insieme con i testi ecologici (questi ultimi ci riportano al grande dottore della Chiesa, san Tommaso D’Aquino).
I segni propriamente eucaristici, ossia il pane e il vino, siano posti in rilievo. Per raggiungere questo intento, è sufficiente che alla processione dei doni siano portati solo pane e vino. Il pane, confezionato secondo la normativa, sia fatto in modo da potersi davvero spezzare e dividere in più parti. Il vino sia posto in una ampolla trasparente, diversa da quella dell’acqua. Il pane a cui si comunicano i fedeli sia consacrato in ogni celebrazione.
Si scelgano con particolare cura i canti della Liturgia. I canti delle adorazioni eucaristiche (soprattutto i tradizionali) non vanno bene per la Messa, perché la maggior parte non evidenzia il significato completo dell’Eucaristia che è memoriale della Pasqua nella forma sacramentale della cena.
PROPOSTA CANTI
Introito
– Il Signore ha nutrito il suo popolo (G. Liberto)
– Gesù Signore (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Pane di vita nuova (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Fior di frumento (Eucaristia. Cuore della Domenica)
– Il pane del cammino (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Tu, fonte viva (Rep. Naz. Canti Liturgici)
Sequenza:
– Sion, loda il Salvatore (Eucaristia. Cuore della Domenica)
– O Sion, loda il Salvatore (Pane di vita nuova)
– Ecce panis angelorum (Bone Pastor)
– Lauda Sion (Rep. Naz. Canti Liturgici)
Presentazione dei doni
– Ti ringraziamo o Padre (G. Liberto)
– Segno di unità (Eucaristia. Cuore della Domenica)
– Come incenso (Cristo ieri oggi sempre)
– Molte spighe (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– O Signore, raccogli i tuoi figli (Rep. Naz. Canti Liturgici)
Comunione
– Anima Christi (Pane di vita nuova)
– Sei mistero di fede e di amore (Mistero della Fede)
– Quant’è soave (Bone Pastor)
– O Ostia santa (Confido in te)
– Come unico pane (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– O Gesù, tu sei il pane (Rep. Naz. Canti Liturgici)
Finale
– Pane e sangue della vita (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Alla santa Trinità (Eucaristia. Cuore della Domenica)
– Pane per noi spezzato (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Tu Sole vivo (Inni e canti)
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