Tutti i Santi – Anno C
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Tutti i Santi – Anno C
LETTURE: Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a
Indicazioni Liturgiche
È certamente grande motivo di gioia per la Comunità cristiana celebrare la gloria di Dio nei suoi Santi, cioè in tutti coloro che alla sequela di Gesù si sono fidati di Dio. In loro la fede ha operato meraviglie. La Parola di Dio che Liturgia oggi ci consegna delinea di essi un progetto complessivo di vita che collabora con Dio nel diffondere il suo Regno nel mondo. Per l’apostolo Paolo, i santi sono tutti coloro che sono stati chiamati alla fede e sono battezzati; sono coloro che formano la Chiesa, comunità di Gesù: «Voi infatti» dice l’apostolo «siete santi per vocazione» (Rm 1,7); tutti gli uomini sono chiamati ad essere santi per grazia. È dono essere chiamati all’esistenza come uomini e donne; è un superdono, grazia, essere chiamati a vivere della vita divina che ci è donata mediante lo Spirito Santo: Egli porta a compimento ogni santificazione in noi, frutto della croce di Gesù. Lo Spirito santificatore, dice ancora l’apostolo, è stato riversato in noi (cfr. Rm 5,5).
In questa solennità siamo chiamati a sottolineare l’universalità della santità. Dobbiamo rileggere i contenuti o i limiti della nostra personale santità. La virtù tipica è la speranza che nasce dal rapportarsi ai santi come nostri modelli e amici.
La tonalità dominante della festa è la gioia comunicata dal linguaggio, dai colori, dalle luci, dai canti, dai fiori, dallo stile di accoglienza. È giorno di gioia e di grande speranza. L’accoglienza sia calorosa e viva. Tutti manifestino la ministerialità propria dei battezzati. Se c’è un giorno in cui la Liturgia deve essere festosa, colma di gioia e di bellezza, è proprio oggi! Siamo noi, infatti, la «moltitudine immensa» radunata dall’A¬gnello ed è insieme agli angeli e ai santi che siamo invitati a cantare l’inno di lode e di ringraziamento (Prima Lettura). Siamo noi la “folla” alla quale Gesù rivolge il suo annuncio di felicità, la sua proclamazione messianica in cui tante volte ri¬suona la parola “Beati!” (Vangelo). Siamo noi i «figli di Dio», destinatari dell’amore del Padre e la nostra dignità un giorno apparirà in tutto il suo splendore (Seconda Lettura).
Si metta in risalto tutto ciò che può contribuire al tono della festa: la processione introitale, della croce, dei ceri; fiori, ceri e luci accese presso le immagini dei santi (che verranno venerate con l’incensazione), l’eventuale esposizione di reliquie, ecc. Si accenda anche il Cero pasquale e si metta una qualche composizione floreale vicino ad esso ed al fonte battesimale.
L’uso dell’incenso oggi è più che raccomandato. L’incenso fa parte del linguaggio simbolico della Liturgia; occorre imparare ad apprezzarne il profumo, nella gratuità, come si apprezza la bellezza dei fiori sulla tavola in un giorno di festa: sembrerebbero superflui eppure ci vogliono, rallegrano la vista e il cuore. «Un ‘offerta della fragranza, lo dice la stessa Scrittura: ecco cosa sono le preghiere dei Santi. Simbolo della preghiera è l’incenso, proprio di quella preghiera che non mira ad alcuno scopo, che nulla vuole e sale come il gloria dopo ogni salmo, che adora e ringrazia Dio, perché è così grande e magnifico» (Romano Guardini).
PROPOSTA CANTI
Introito
– Rallegriamoci ed esultiamo (Pane di vita nuova)
– Vidi la nuova Gerusalemme (Vergine Madre)
– Rallegriamoci tutti (Rep. Naz. Canti Liturgici)
Presentazione dei doni
– Come incenso (Cristo ieri oggi sempre)
– Come chicchi di grano (Riuniti nel tuo nome)
– Santi per te (Sorgente di salvezza)
Comunione
– Ci ha riscattati (G. Liberto)
– Beati voi (Cristo è risorto)
– Beatitudini (Benedici il Signore)
Finale
– Figli di Dio (A. Ortolano)
– Celeste Gerusalemme (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– I redenti di Dio lo dicano (Turoldo. Salmi)
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Chiedo una preghiera che si superino le difficoltà .della mia famiglia grazie 🙏