I Domenica di Avvento – Anno B
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LETTURE: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1 Cor 1,3-9; Mc 13,33-37
Indicazioni Liturgiche
Ogni anno liturgico inizia con il tempo di Avvento e questo non è casuale poiché lega strettamente il tempo della Liturgia che è sempre un “oggi” della salvezza, con i tempi degli uomini scanditi da orologi e calendari. Potremmo sintetizzare che “il nostro problema” sia proprio vivere il tempo. La grammatica dell’Avvento ci pone davanti a parole ed esperienze come: tempo, durata, attesa, promessa, speranza-disperazione, pazienza, compimento. Ma sono addirittura il senso della Liturgia e l’intera esperienza della fede ad essere innervati da queste parole. L’orazione dopo la Comunione sintetizza tutto questo: «La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga…».
L’Avvento non è un tempo penitenziale, come lo è invece la Quaresima! Non ci tragga in inganno il colore violaceo dei paramenti. La venuta del Signore, il suo trionfo finale non è per i credenti motivo di paura ma di amorosa, fervida, gioiosa attesa. Nelle quattro Domeniche di Avvento si omette il canto del Gloria, perché questo inno angelico risuoni solenne nella notte di Natale.
Laddove se ne vede l’esigenza pastorale si può preparare la corona dell’Avvento che annuncia l’avvicinarsi del Natale. Questo segno, richiamandoci la progressiva vittoria della luce sulle tenebre, ci invita a camminare incontro al Cristo, vera luce che viene a vincere le tenebre del male e della morte. Originariamente il colore delle candele prevedeva che tre fossero di colore viola e una di colore rosa; quest’ultima serviva per la terza domenica di Avvento — detta Gaudete, Rallegratevi — in segno di gioia per l’imminente nascita di Gesù. Per la collocazione della corona occorre è bene valutare gli spazi a disposizione. Questo segno deve comunque essere ben visibile a tutti e adeguatamente valorizzato, ma senza oscurare mai l’altare e/o l’ambone.
In questo giorno in cui la Chiesa celebra il suo “capodanno”, la Liturgia abbia decisamente un’impronta solenne. Se non lo si fa già, può essere il momento opportuno per iniziare a cantare i testi eucologici (orazioni, prefazio, benedizione solenne) e tutte quelle parti della Liturgia che si esprimono in canto (Kyrie eleison, Anamnesi e Dossologia della Prece Eucaristica, litanie per la frazione del pane…).
Si cerchi di valorizzare anche il canto del Salmo responsoriale. In molti casi è la parte della Liturgia della Parola più trascurata e corre il rischio di essere una quarta lettura sbiadita. Ci si dimentica che il Salmo non è un testo devozionale da biascicare, ma un canto interlezionario (= tra le letture), quindi, da cantare (con arte) e non da recitare.
Nel tempo liturgico di Avvento-Natale un posto particolare viene riservato dalla Liturgia alla Parola che si fa carne. E’ opportuno, in ogni celebrazione domenicale, portare il libro della Parola processionalmente con ceri e incenso all’altare e venerarlo specie alla proclamazione del Vangelo.
La scelta dei canti deve tener presente il tempo liturgico, incentrato sull’incoraggiamento, sulla consolazione e sulla speranza. Per questo, siano propri del tempo di Avvento.
PROPOSTA CANTI:
Introito
– A te, Signore, innalzo l’anima mia (Domeniche di Avvento/B)
– Cieli, irrorate la vostra rugiada (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– A Te, Signore, innalzo l’anima mia (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Apritevi, porte del mondo (Domeniche di Avvento/B)
– Aprite le porte a Cristo (Aprite le porte a Cristo)
Presentazione dei doni
– Innalziamo lo sguardo (Maranatha. Vieni Signore)
– L’Avvento santo (Domeniche di Avvento/C)
– Maranathà dei popoli (Domeniche di Avvento/B)
– Come l’aurora verrai (Cerco il tuo volto)
– Tu sei l’Avvento (Vieni Signore)
– Vieni, o Luce gioiosa (Domeniche di Avvento/C)
Comunione
– Noi veglieremo (Nella casa del Padre)
– Il Signore verrà (T. Zardini)
– Vieni presto a noi (G. Zaninotto)
– Colui che viene (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Signore, vieni (Rep. Naz. Canti Liturgici)
– Parola che svela il mistero (Domeniche di Avvento/C)
– Vieni Signore (Vieni Signore)
– Vieni Signore a Salvarci (Rep. Naz. Canti Liturgici)
Finale
– Lode a te che ami l’umanità (Maranatha. Vieni Signore)
– Maranathà (Non temere)
Note sulla Corona d’Avvento
«La disposizione di quattro ceri su una corona di rami sempreverdi, in uso soprattutto nei paesi germanici e nell’America del Nord, è divenuta simbolo dell’Avvento nelle case dei cristiani» (Direttorio, n. 98).
La corona circolare è il segno dell’attesa del ritorno di Cristo; i rami verdi richiamano la speranza e la vita che non finisce.
Il progressivo accendersi delle quattro candele, dedicate a quattro figure tipiche dell’attesa messianica (i profeti, Betlemme, i pastori, gli angeli), «domenica dopo domenica, fino alla solennità del Natale, è memoria delle varie tappe della storia della salvezza prima di Cristo e simbolo della luce profetica che via via illuminava la notte dell’attesa fino al sorgere del Sole di giustizia (cfr. Ml 3,20; Lc 1,78)» (Direttorio, n. 98). È opportuno che in chiesa la corona di Avvento sia visibile ai fedeli. Potrebbe essere collocata in presbiterio, anche davanti all’altare o all’ambone, non deve però oscurare i poli dell’aula liturgica e disturbare la celebrazione.
Canto per l’accensione
della corona di Avvento
Una persona debitamente preparata,
mentre si esegue l’antifona seguente,
si porta presso la corona di Avvento e accende il primo cero.
Si accende una luce all’uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù.
Annuncia il profeta la novità:
il re Messia ci salverà!
Lieti cantate: gloria al Signor!
Nascerà il Redentor!
Si accende una luce all’uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù.
Annuncia il profeta la novità:
il re Messia ci salverà.
Lieti cantate: gloria al Signor!
Nascerà il Redentor!
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